sabato 22 novembre 2008

Come fare una campagna di Comunicazione Web 2.0: Elezioni USA 2008, il Brand Obama

L'ex senatore dell´Illinois e atuale Presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama ha cambiato le regole del marketing elettorale. La modalità di ricerca del consenso che ha utilizzato, infatti, non si fonda solo su “semplici” elementi programmatici ma su valori, emozioni, coinvolgimento e soprattutto Internet. Una strategia del tutto simile a quella adottata da marchi globali come Nike, Starbucks e Intel.

Da outsider a probabile candidato democratico. In poco più di dodici mesi, grazie a una cavalcata che ha fatto versare lacrime amare in diretta tv a Hillary Clinton, ex pretendente numero uno alla presidenza degli Stati Uniti d´America. È la storia, non ancora completa, di Barack Hussein Obama Jr.: 46 anni, avvocato, senatore dell’Illinois, kennediano dichiarato ed ora Presidente degli U.S.A..

Vincendo le elezioni presidenziali Usa del 4 novembre è diventato il primo leader afroamericano della più grande potenza economica e politica del mondo. Una svolta epocale, una rottura con il passato che potrebbe avvenire soltanto attraverso qualcosa di straordinario. Questo qualcosa potrebbe essere il modo, tutto nuovo, che ha adottato per promuovere la propria candidatura e che si concretizza in una campagna di taglio non più politico ma corporate, versione 2.0.

Obama, infatti, non convince con promesse; Obama fa leva sulle emozioni più profonde degli elettori, spingendoli a diventare soggetti attivi e interattivi di un progetto. Una strategia che, come ha recentemente osservato dalle pagine del prestigioso business magazine americano Fast Company l´esperto di marketing Alan Webber, contiene lo stesso obiettivo perseguito da brand globali del calibro di Nike, Starbucks e Intel: comunicare con il cliente attraverso emozioni forti.

Un politico diventato brand
La novità è proprio questa: un politico si è trasformato in un consumer brand. Potente, affascinante, globale, riconoscibile, grazie a una campagna di comunicazione innovativa e, oggettivamente, di qualità. Basta guardare il logo. Obama, diversamente da ogni altro candidato, trasmette un messaggio: la speranza nel cambiamento, rappresentata dalla luce del sole che sorge e illumina i campi di grano statunitensi.

Obama non si identifica come un integerrimo difensore Made in Usa dell´amor patrio ma comunica valori: speranza, volontà di cambiamento, fiducia in se stessi, nella forza delle idee, della libertà, della fratellanza e del progresso.

Regola numero 1: comunicare
Obama non è una mummia ma una persona. Comunica il suo credo ma ammette, senza timori, anche i propri errori (giunse ad affermare - con rammarico, naturalmente - di aver frequentemente fumato marijuana e sniffato cocaina durante la sua adolescenza di ragazzo confuso, come tanti altri giovani in quella critica età).

Obama parla, senza paura, e utilizza più di ogni altro politico i media. Internet, in particolare. Sul Web, infatti, esiste un vero e proprio universo Obama. La presenza del suo sito, www.barackobama.com, è scontata. Lo è meno la qualità sia della veste grafica sia dei contenuti, testuali, fotografici, audio e video, numerosi e sempre aggiornati; una miniera di informazioni che permette al visitatore di conoscere nei dettagli la storia, le idee, il programma elettorale, le attività quotidiane, gli appuntamenti futuri del candidato.

Obama utilizza a fondo tutte le potenzialità del Web 2.0, indicato nel 2005 dal prestigioso settimanale politico britannico New Statesman come uno dei dieci personaggi che possono cambiare il mondo, prima tra tutte la capacità di Internet di essere interattivo. Ogni elemento del sito, infatti, incoraggia l´utente a diventare parte del cambiamento invitandolo, ad esempio, a formulare e inoltrare raccomandazioni e consigli. Questo gli dà almeno un motivo per tornare: verificare la presenza di feedback. Insomma, leggere le risposte. E lo staff risponde. Provare per credere.

Marketing 2.0
Obama everywhere, dice il suo sito; ovvero, Obama è dappertutto, in Rete. Ed è vero. Anzitutto, il suo profilo si può trovare su Wikipedia, l’enciclopedia online redatta dagli utenti, uno dei giganti della rivoluzione 2.0. In secondo luogo, Obama possiede una pagina personale su Youtube, il sito che consente la condivisione di video: da lì, tutti possono vedere i contributi filmati che lo riguardano.

Gli internauti non hanno avuto solo la possibilità di guardare ma anche di ascoltare i suoi comizi e le “sue” notizie. Grazie ai file audio scaricabili dal suo podcast. Tutti, poi, possono stabilire un contatto diretto e diventare “amici” del senatore. Obama, infatti, è presente in tutti i principali social network: dagli oramai tradizionali MySpace e Facebook al business oriented LinkedIn.

Flickr, il social network dedicato alla condivisione di materiale fotografico, alla fine di marzo contava oltre 16.300 immagini che riguardano la campagna elettorale. Le etnie americane e le minoranze non sono escluse dalla campagna. L´avvocato nato a Honolulu, infatti, interagisce (in rigoroso ordine alfabetico): con gli afroamericani attraverso BlackPlanet; gli asiatici attraverso AsianAve; la comunità gay attraverso Glee; quella latina attraverso MiGente.

Obama comunica anche attraverso la musica: secondo Viralvideochart.com, un sito che stila la classifica dei video virali più visti in Rete, l´inno del senatore, Yes we can, è stato visualizzato complessivamente ben 13.488.867 volte (a marzo è stato superato soltanto da un importante discorso - “firmato” Obama, naturalmente - visualizzato poco meno di quattro milioni e mezzo di volte).

Ma la macchina non è spinta soltanto dal leader afroamericano e dal suo staff. I supporter più caldi, infatti, producono e inseriscono contributi a sostegno della causa. È il caso, ad esempio, di una fan che nel video I got a crash on Obama (Ho una cotta per Obama) dichiara ed esibisce tutto il suo amore per il senatore. Alla fine di marzo la clip (chissà perché!) era stata visualizzata oltre sette milioni e mezzo di volte, generando un fenomeno mediatico che ha attirato l´attenzione addirittura del New York Times e della rete televisiva Usa Abc.

È il caso, ancora, della musica realizzata da gruppi di latinoamericani per i latinoamericani. Su Amigosdeobama.com (e Youtube), ad esempio, si possono ascoltare brani come Como se dice, como se llama (Obama, Obama), in puro stile reggaeton, e la più tradizionale Viva Obama. Non poteva non far parte della strategia il merchandising: nella vetrina virtuale ospitata da BarackObama.com, infatti, è possibile acquistare qualsiasi genere di gadget, dagli adesivi all´abbigliamento. Tutto di altissima qualità. Come le suonerie per i telefonini, che permettono di rispondere alla “chiamata” del senatore.


Obama su Internet è sempre stato in vantaggio

Per ora e per quanto la relazione tra elettori e navigatori non sia diretta, i numeri parlano chiaro: sia nei conteggi ufficiali dei delegati (ovvero coloro che, sulla scorta delle scelte degli elettori, designeranno il candidato democratico) sia in Internet, Obama è in vantaggio. Per quanto riguarda il Web, un importante sito di monitoraggio politico, www.pollingreport.com, alla fine di marzo assegnava a Obama una market share “democratica” del 50% (contro il 43% di Hillary). Hitwise era dello stesso avviso: a metà marzo, la società australiana che osserva il traffico in Rete assegnava al sito di Obama una market share del 49,16% contro il 28,65% di Hillary e il 10,57% del candidato repubblicano, John McCain.
Case history da manuale?

Chissà se quella di Obama diventerà una case history da manuale di brand communication. Per vedere se il sogno dell´americano diventerà realtà dovremo aspettare ancora qualche giorno. Ma nel caso ci riuscisse, per gli uffici marketing di molte aziende potrebbe essere arrivato il momento di riflettere sulle reali possibilità promozionali offerte dalla Rete. I tempi, in fondo, sono cambiati. Lo dimostra il brand Obama.

Link

www.barackobama.com
it.wikipedia.org/wiki/Barack_Obama
it.youtube.com/user/BarackObamadotcom
www.myspace.com/barackobama
www.facebook.com/barackobama
www.linkedin.com/in/barackobama
www.flickr.com/photos/barackobamadotcom
www.blackplanet.com/barack_Obama/
www.asianave.com/barack_Obama/
www.glee.com/barack_Obama/
www.migente.com/barack_Obama/
feeds.feedburner.com/obamavlog
www.youtube.com/watch?v=jjXyqcx-mYY
www.youtube.com/watch?v=A0dMxqgS1-8
www.youtube.com/watch?v=0fd-MVU4vtU
www.viralvideochart.com/chart_keyword/politics?interval=month
www.amigosdeobama.com
store.barackobama.com/
www.barackobama.com/mobilev2/
www.pollingreport.com
www.hitwise.com/political-data-center/key-candidates
www.hillaryclinton.com
www.johnmccain.com

Il marketing del raccattapalle

In tema di football-marketing, segnalo un’ottima idea per Nike Live.
Il capitano degli azzurri, Fabio Cannavaro, si diverte personificando Fulvio Varnacano, un’autentica star tra i raccattapalle.



Tutto nasce dalla vicenda reale di Cannavaro, che quando era giovanissimo, ai tempi di Maradona per intenderci, faceva realmente il raccoglipalloni a bordo campo allo stadio San Paolo di Napoli.

La storia è un piccolo documentario che ne racconta le gesta e se volete proseguire l’avventura online, chiedete a Fulvio Varnacano di diventare suo amico su Facebook.

lunedì 28 aprile 2008

Benvenuti nella F#@*#ing User Experience

I Social Network che piacciono anche al capo

Continuano a crescere le reti professionali, community orientate esclusivamente a raccogliere contatti di lavoro. Uno studio Usa conferma che LinkedIn e Facebook sono importanti risorse per chi cerca nuovi impiegati.

Parallelamente alla diffusione dei social network generalisti, si sono sempre più affermate le community orientate al mondo del lavoro. Se infatti la rete è uno strumento utile per chi vuole socializzare e condividere, diventa essenziale per chi cerca competenze specifiche. Ma, se il successo dei social network professionali non ne dimostra necessariamente l'efficacia, oggi giunge un nuovo studio ad hoc, condotto dalla Robert Half International, una società che si occupa di personale e di consulenza per le risorse umane.

Un profilo professionale
Lo studio ha coinvolto direttori e top manager di aziende del Nord America e ha indagato il loro livello di fiducia nei confronti di siti specializzati che raccolgono profili professionali. Il risultato è stato decisamente positivo: il 62 per cento degli intervistati statunitensi si sono rivolti a LinkedIn (o a simili network) per assumere nuovi impiegati. Grande successo e importante risultato, quindi, che dà alle start-up del settore nuova linfa vitale. Tra i più usati professional network ricordiamo anche Xing, Ecademy e Viadeo.


Non solo professionale
Dallo studio emerge anche che non sono solamente i network specializzati i più utili; il 35 per cento delle aziende Usa (25 per il Canada) si sono infatti rivolte a community come Facebook per assumere nuove forze lavorative. Nonostante non ci sia uno scopo reale nell'accedere al servizio, Facebook mette perfettamente in pratica il concetto di social network, creando reti di relazioni con le persone che si sono conosciute dentro e fuori dal web. Questo rapporto di fiducia passa anche a un secondo livello, cioè quello di "amico di un amico" che permette facilmente di raggiungere una competenza professionale distante un solo balzo, un nodo della rete appunto.

Suggerimenti utili per i futuri assunti
A conclusione del report, la Robert Half International elenca cinque punti fondamentali utili per chiunque punta sul web come forma di autopromozione, ma in realtà si tratta di suggerimenti rivolti a tutti. Il primo è quello di aggiornare il proprio profilo – professionale e non –, specificando ogni competenza e ogni lavoro completato con successo. È necessario anche chiedere raccomandazioni: nonostante l'accezione negativa del termine italiano, la reccomendation è uno strumento utilizzato quotidianamente da tutti i paesi e consiste in una lettera del capoufficio o di colleghi in cui vengono esaltate le caratteristiche professionali del lavoratore. Proprio per questo ruolo essenziale sul posto del lavoro (e non solo: anche i college statunitensi richiedono, per l'ingresso delle nuove leve, lettere di raccomandazione scritte dai professori), tutti i network professionali hanno un sistema integrato di reccomendation.

Come ogni buon social network, anche quelli specializzati si basano sul maggior numero di contatti; la regola numero tre è dunque quella di costruire una rete di relazioni ampia, ma comunque ben selezionata. Per quanto riguarda i contenuti online, la regola è sempre la stessa: mai scrivere cose che potrebbero pregiudicare il proprio lavoro, come insulti al boss e a colleghi, o almeno farlo con un account anonimo. Ma attenzione, perché l'anonimato in rete ha sempre le gambe corte. Ultimo suggerimento, è forse il più importante: costanza. Non smettere mai di utilizzare gli strumenti di social network una volta che si è raggiunto lo scopo e si ha trovato lavoro, perché non si può mai sapere cosa accadrà domani, ed è sempre meglio coltivare le relazioni, soprattutto quelle professionali.

domenica 27 aprile 2008

Russell Coutts alla RC44 Malcesine Cup

Russel Coutts, il re dell’America’s Cup (è infatti l’unico velista al mondo ad averne vinte tre) sarà uno dei protagonisti della RC44 Malcesine Cup, la regata velica che si disputerà al lago di Garda dal 10 al 15 luglio.

Un appuntamento che cade proprio nella settimana dopo la finale di Coppa America, che fino al 3 luglio si disputerà a Valencia tra Alinghi e Team New Zealand, e avrà tra i suoi protagonisti anche un velista veronese: Claudio Celon, ingaggiato dal consorzio svizzero di Alinghi.

La Coppa delle cento ghinee è stata ideata nel 1848 a Londra dai gioiellieri reali Garrands.
L’«Old Mug» venne poi messa in palio nel 1851 dal Royal Yacht Squadron che però se la vide sfilare dai «cugini» del NewYork Yacht Club che tagliarono vittoriosamente il traguardo di quella prima regata con la goletta America. Da allora gli statunitensi, per oltre un secolo sono stati i «padroni» dell’America’s Cup, che passò anche nelle mani di australiani e neozelandesi. Nel 2003 infine la Coppa America, per la prima volta, è stata vinta da una squadra europea, l’elvetica Alinghi.

Tra circa un mese quindi il Garda ospiterà la sua Coppa America.
La Malcesine Cup infatti si disputerà con le stesse regole della regata più famosa del mondo, quella del match race, regate uno contro uno rese celebri dall’America’s Cup.

mercoledì 23 aprile 2008

Guerrilla Marketing in aeroporto e metropolitana

La campagna di IWC realizzata sui bus navetta dell'aereoporto di Berlino per il lancio del modello Big Pilot è semplice, efficace e straordinariamente esperienziale.
D'impatto anche l'iniziativa di Fitness Company in diversi vagoni della metropolitana di Francoforte.